VESTITI E CRAVATTE

Testo e foto: © Antonella Di Girolamo
VESTITI E CRAVATTE
«Il tuo vestito è bellissimo Alice» la voce suadente di Alarico le avvolge le spalle, mentre sposta la sedia dal tavolo per accompagnarla nella seduta.
«Grazie»
Alice intravede sulla cravatta di Alarico un alone leggero, malcelato dalla fantasia vistosa del tessuto, residuo di una macchia resistente e indelebile.
«Buonasera signori ecco i menù, vi porto dell’acqua?» chiede la giovane cameriera.
I suoi movimenti sono impostati come insegnano nelle scuole alberghiere e la postura, un po’ impacciata, testimonia la sua inesperienza.
«Grazie mille sì ci porti anche la lista dei pani e l’acqua microfiltrata liscia e anche la lista dei vini per cortesia – poi guardando negli occhi la cameriera – il suo vestito ha un bellissimo colore»
La galanteria di Alarico è nota ad Alice.
«Grazie signore le porto subito la lista dei vini» risponde professionale la cameriera.
«Ancora con questi menù di cortesia, privi di prezzi, per le femmine!» commenta Alice con un sorriso sussurrato e spolverato di ironia che non sfugge ad Alarico.
«È stata una gentilezza della cameriera»
«Credo sia la regola del ristorante…darling».
Alarico lascia cadere la puntualizzazione di Alice, sa che possono aprirsi scenari non adatti al luogo che lui ha scelto per la cena.
Entrambi, nel silenzio, iniziano lo studio del menù.
«Step one» bisbiglia Alice.
«Cosa dici? Non ho sentito»
«Nulla riflettevo sul menù» mente Alice.
«Ecco la lista dei vini» la cameriera, sorridendo, la offre ad Alarico.
«Grazie signorina per la sua estrema gentilezza e cortesia» il tono baritonale volge al basso.
«Prego signore ecco a lei » quasi balbetta la cameriera, imbarazzata, ignorando completamente Alice.
Quei modi Alice li conosceva bene, nella loro frequentazione ormai datata, li aveva individuati molte volte. Il paradigma si ripeteva ab libitum e Alice lo aveva classificato come Alarico step one: il mento si abbassava leggermente, il volto ruotava un po’ a sinistra, la voce diventava baritonale e gli occhi si strizzavano leggermente come per prendere meglio la mira e, con il maliardo sguardo, centrare le pupille della divingiovinetta occasionale che gli era di fronte. Il tutto mentre con l’indice e la mano aperta carezzava qualche oggetto bene in vista.
Una volta si definivano questi atteggiamenti, considerati innocui, “da piacione”. Ma anche le etichette, con lo scorrere del tempo, cambiano e i piacioni diventano narcisi.
La classificazione dipende dall’entità. Si parte dal mite narciso e, passando per il narcisista patologico, si arriva al serial killer. Dipende dai danni e dalle macerie. Negli ultimi anni se ne fa un gran parlare.
Alice scorre le voci del menù e declama solennemente la sua scelta, dissimulando lo sguardo patetico dietro gli occhialini da lettura.
«Prenderò musetto di maiale dorato e poi quaglia in crosta di caffè con patata farcita ai petali di mandorle su un battuto di zenzero e lingue d’anatra e per finire fondente di yuzu e tu, darling, cosa prendi?» – anche i menù sono diventati piacioni e soprattutto noiosi – pensa Alice.
Alarico percepisce che qualcosa disturba l’aria.
«Alice hai una collana bellissima e molto luminosa » maestro nel riportare la preda nel suo territorio di caccia facilitata, inizia ad accarezzare, con movimenti lenti e accurati, lo smerlo del tovagliolo di lino.
«Sì hai ragione è una collana molto illuminante – ci siamo step one in corso – è molto bella anche la tovaglia» e, mentre sposta di qualche centimetro i tre bicchieri di cristallo così da metterli perfettamente in fila come soldatini, Alice fa un respiro calmo. La cassa toracica si gonfia silenziosa per poi scendere lentamente. Con uno sbuffo profondo e annoiato.
«Ecco i pani e l’acqua, ha già scelto il vino?» si premura la cameriera.
«Ci dia ancora qualche attimo e ci scusi se le facciamo perdere tempo voglio scegliere il vino con estrema cura» e l’accarezzamento passa dallo smerlo del tovagliolo al collo della bottiglia d’acqua appena portata, provocando nella condensa sul vetro alcune gocce in movimento.
«Certamente! torno tra pochissimo» risponde la cameriera con lieve apprensione.
«Replay step one» mormora Alice, quasi impercettibilmente, guardando con tenerezza la cameriera allontanarsi.
«cosa dici Alice?»
«nulla darling»
«Hai visto oggi che magnifica giornata? c’è stato un tempo magnifico e sarà magnifica anche la serata…» Alarico si allunga in avanti e attende sicuro il “certamente” di Alice, come da abitudine.
Alice guarda il tavolo a fianco al loro.
Una coppia. Lui parla proteso in avanti mentre accarezza, con l’indice leggero e la mano aperta, il cestino del pane. Lei sorride e ascolta.
Alice decide di distogliere lo sguardo da quello specchio e guardando Alarico negli occhi
«sì è vero è un tempo magnifico – e come se parlasse finalmente ad Alice – e io non ho più tempo per perdere tempo».
«cosa?» Alarico allarmato e spiazzato dallo schema interrotto.
«il mondo è pieno di bei vestiti ma anche di belle cravatte»
Alice posiziona le posate incrociate all’interno del piatto.
Il suo pasto è finito. Si può sparecchiare.
Fuori l’aria è nuova.
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